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Strumenti e tecniche per gestire la disconnessione sociale dei dipendenti: l’importanza di superare l’isolamento lavorativo

Con il termine “isolamento lavorativo” si fa riferimento ai lavoratori che operano in solitudine, senza ricevere una visita o una comunicazione da parte di altri colleghi o di responsabili/datori di lavoro per brevi o lunghi periodi di tempo.

«Secondo un recente rapporto di Gallup, il 20% dei lavoratori a livello globale si sente solo, con una prevalenza tra i giovani sotto i 35 anni e coloro che lavorano esclusivamente da remoto».

Questo fenomeno, al giorno d’oggi in crescita, comporta problematiche dal punto di vista del benessere fisico/psicologico (sviluppo di ansia, depressione, patologie croniche), organizzativo e produttivo del lavoratore (scarsa motivazione o engagement lavorativo).

È necessario, quindi, trovare delle strategie utili ed efficaci per gestire tale fenomeno in maniera funzionale.

Le cause dell’isolamento lavorativo possono essere molteplici:

  • Isolamento sociale legato allo smart working: il prolungato periodo trascorso a casa per motivi di lavoro ha gradualmente ridotto i contatti con i colleghi, portando il lavoratore ad isolarsi sempre più dalle relazioni interpersonali e dall’ambiente lavorativo;
  • Cultura aziendale inadeguata: un ambiente di lavoro caratterizzato da scarsa collaborazione e comunicazione e un eccessivo clima di competizione unito a delle gerarchie molto rigide, può alimentare l’isolamento lavorativo;
  • Eccessivo carico di lavoro: dedicarsi completamente al lavoro per via delle responsabilità, delle scadenze o delle pressioni lavorative, riduce fortemente la capacità di sviluppare il “networking”, ossia sviluppare relazioni amicali nel luogo di lavoro, aumentando il rischio di isolamento sociale;
  • Effetti a catena: tutti questi fattori, se non risolti in partenza, possono portare alla formazione di un circcolo vizioso, il quale nel tempo potrebbe provocare stress e burnout.

Qual è l’impatto della solitudine sulla gestione delle risorse umane?

Gestire l’isolamento lavorativo è fondamentale per prevenire problematiche fisiche/psicologiche del lavoratore e aumentare l’engagement verso la propria professione e ridurre il turnover. Infatti, «l’isolamento non solo diminuisce la produttività, ma può anche portare a burnout e aumento dell’assenteismo. Secondo Gallup, i lavoratori in ambienti con cattive pratiche di gestione sono esposti a un livello di stress superiore del 60% rispetto a quelli in contesti ben gestiti».

Per gli HR Manager è fondamentale saper riconoscere in anticipo i campanelli d’allarme della solitudine e adottare delle strategie efficaci per migliorare l’ambiente di lavoro.

Le strategie per ridurre l’isolamento lavorativo sono diverse e devono essere sempre adattate al contesto organizzativo di riferimento. Nello specifico, si può intervenire su:

  • Cultura aziendale: creare un clima più sereno e maggiormente collaborativo permette ai lavoratori isolati di sperimentare minor disagio;
  • Flessibilità: promuovere un lavoro “ibrido” permette di integrare smart working con momenti di socializzazione nel luogo di lavoro;
  • Comunicazione efficace: comunicare in maniera assertiva è importante all’interno del contesto lavorativo in modo tale che ogni dipendente si senta libero di esprimere dubbi, preoccupazioni ma anche spunti di riflessione e miglioramento;
  • Obiettivi chiari e definiti: avere degli scopi aziendali precisi permette di prevenire il senso di ansia legato all’assenza di tempistiche e metodologie lavorative specifiche.
  • Benessere psicologico: fornire assistenza dal punto di vista psicologico all’interno del luogo di lavoro permette di intervenire tempestivamente su eventuali problematiche di isolamento permettendo ai lavoratori di potenziare capacità di resilienza, senso di autoefficacia ed empowerment.

Perché è importante parlare di isolamento lavorativo?

Negli ultimi anni, l’isolamento lavorativo è diventato un fenomeno sempre più diffuso, complice la crescita del lavoro da remoto e delle nuove modalità lavorative digitali. Sebbene offrano flessibilità e autonomia, queste condizioni possono portare a una riduzione del contatto umano e a un senso di solitudine che influisce negativamente su diversi aspetti della vita professionale e personale.

Uno degli impatti più significativi dell’isolamento lavorativo riguarda la salute mentale. La mancanza di interazioni quotidiane con colleghi e superiori può generare stress, ansia e persino depressione. Il confronto diretto e lo scambio di idee sono fondamentali per il benessere psicologico del lavoratore, che altrimenti può sentirsi escluso e privo di supporto.

Oltre alla salute mentale, anche la produttività può risentirne. La riduzione delle interazioni può limitare la condivisione delle informazioni e delle competenze, ostacolando il flusso di lavoro e l’efficacia delle attività. Inoltre, la perdita di stimoli sociali può portare a un calo della motivazione e della creatività, elementi essenziali per il successo professionale.

L’isolamento lavorativo può anche causare una perdita di connessione con l’ambiente aziendale. La distanza dai colleghi e dalla cultura aziendale può far sentire il lavoratore estraneo all’organizzazione, compromettendo il senso di appartenenza e l’engagement. Questo distacco può aumentare il turnover e ridurre il coinvolgimento nei progetti aziendali.

Infine, il rischio di isolamento sociale è un fattore da non sottovalutare. Lavorare in solitudine per lunghi periodi può ridurre le opportunità di socializzazione e rafforzare la sensazione di isolamento anche nella vita privata.